San Secondo martire, patrono di Pergola

Il Martirologio Romano riporta, tra i Santi del primo giugno, San Secondo martire.
Di lui si conservano alcune reliquie in un bellissimo reliquiario gotico a Pergola, sull'altare maggiore della cattedrale. Altre reliquie si conservano a Gubbio a Gualdo Tadino, a Spoleto e ad Amelia.
San Secondo, oltre che nella città di Pergola, è venerato anche a Gubbio, a Gualdo Tadino, a Spoleto, ad Amelia, a Toscanella e in altri luoghi.
La sua festa liturgica si celebra, a Pergola, ogni anno, il primo giugno.

Si narra che Secondo, giovane romano della stirpe dell’imperatore Aureliano (270- 276), era divenuto cristiano. Scoperto, si nascose nelle catacombe, poi, per sfuggire alla persecuzione di Massimiliano (286-305), fuggì in Umbria a Gubbio. Qui fu scoperto dai soldati mandati alla sua ricerca dal proconsole Dionisio, residente a Spoleto.
Invitato più volte dal proconsole a sacrificare agli dei, si rifiutò professandosi cristiano.
Fu flagellato e carcerato e, persistendo nella fede, fu condannato a morte nella persecuzione dell’imperatore Decio (303).
Condotto ad Amelia, fu gettato nel Tevere, legato al collo ad una macina da mulino. I carnefici, sulla via del ritorno, vennero assaliti da ferocissimi orsi: otto furono uccisi, gli altri dodici rimasero feriti, poi si convertirono e sì fecero battezzare.
Il corpo del martire fu ritrovato, non legato alla pietra, da un pescatore di nome Mauro che lo nascose vicino ad un albero.
Informata del martirio di Secondo, una signora di Gubbio, di nome Eudossia, che lo aveva ospitato, andò a prendere il corpo del martire e gli dette sepoltura a sedici miglia dalla città di Gubbio in un suo terreno, detto Monte Vecchio, Serra di S’Onda, vulgo “Terra delle Capre”, sotto il dominio della città di Gubbio, a sole 5 miglia da Pergola. Accanto al corpo di S. Secondo furono sepolti anche i corpi dei santi martiri Agabito e Giustina .
Passano gli anni e i secoli , e la memoria dei martiri si perde, ma al tempo di Papa Alessandro IV ( 1254-1261) cominciano a verificarsi, nel luogo della sepoltura, fatti prodigiosi e la gente accorre e scopre il sepolcro dei martiri. Ma il ritrovamento suscita un’ accesa discordia tra eugubini , cagliesi e pergolesi che rivendicano, ciascuno, i sacri corpi.

La leggenda continua a dire che mons. Giacomo Minorita, vescovo di Gubbio, dopo giorni di preghiere e di digiuno e ispirato da Dio, decise di porre i resti mortali dei martiri su un carro, tirato da buoi senza guida. I buoi si muovono verso Pergola ed ivi giunti, si fermano davanti alla chiesa di S. Agostino, attuale cattedrale di Pergola.

Lasciata da parte la leggenda, la verità storica ci dice che San Secondo è realmente esistito, nacque a Roma, fattosi cristiano, fuggi in Umbria per sfuggire la persecuzione, fu trovato e processato e, per il suo persistere nella fede, fu martirizzato.

Tratto da www.fondazionecarifano.it/Progetti/Cronotassi/6CronotassiDiocesiPergola.pdf

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